Mercoledì 25 aprile,
In risposta al commento che chiede un chiarimento, cerco di spiegare il legame che intravedo fra la lotta No tav e L'azione di don Sandro.La lotta della gente della Val di Susa contro il progetto dell'alta velocità parte dalla difesa del proprio territorio che verrebbe sconvolto ma si allarga ad una visione più ampia di sviluppo e di futuro, di modo di vivere. C'è, poi, una esautorazione della popolazione da un progetto che impatta fortemente il loro territorio
Don Sandro ha perseguito in tutto il tempo che è stato in Val di Vara una proposta di possibile continuità della vita in montagna. Dal doposcuola, sorta di centro culturale che studia ed elabora proposte, già nel 1974 era stata scritta una elaborazione in occasione della formulazione dei piani paesaggistici scritti dalla regione. Il suo pensiero è condiviso dai professori dell'università di Genova Moreno, Quaini che si occupano di geografia, paesaggio ,agricoltura..che nel loro insegnamento hanno questa consonanza.
Don Sandro difende la vita in montagna e pensa che la gente debba continuare a vivere e questo sia utile per tutti. Salva il territorio chi ci vive in continuità.
Non condivide le scelte fatte della valle del biologico,gli sembrano rispondere ad una logica che viene da fuori che al contrario non tiene conto della pratica storica dei contadini del posto. Certo molti si sono adeguati a queste pratiche perchè in questo modo hanno tanti contributi, ma è un'economia drogata.
In sintesi mi pare che in entrambi i casi si sia esautorata la popolazione locale di ciò che si dovesse fare sul proprio territorio. Imposizione dall'alto.
Si sprecano tanti soldi.
Si potrebbero dare incentivi per una agricoltura secondo le molteplici pratiche colturali del luogo, spendendo meno (come riorganizzare la ferrovia esistente senza costruirne una nuova farebbe risparmiare soldi e salverebbe il territorio).
C'è poi alla base delle diverse scelte una diversa idea di sviluppo, di progresso.
Non sono capace a spiegare bene e quindi non so se son riuscita a farmi capire.
un caro saluto.
Rosaria Lombardi (SP)
Sabato 14 aprile,
in coincidenza con la mia giornata di digiuno sono stata in Val di Vara, a Cassego, per "Dialoghi con don Sandro: La vita della montagna...." e ho sentito in questa esperienza una lotta comune agli abitanti della Val di Susa contro scelte che vengono da fuori e di fatto esautorano la popolazione locale , presumendo di fare meglio.
Tanti sono gli esempi in Italia di una presenza di cura del proprio territorio e della propria cultura che si scontra con un'altra visione venuta da fuori, che si ammanta di progresso, spesso più forte;
ma non bisogna disperare!
La lotta contro la TAV non è locale, ma per tutti noi.
Rosaria Lombardi (SP)
Anch'io stimo molto Don Sandro e penso che le cose che ha acquisito in val di vara siano tanto importanti quanto difficili da capire al primo approccio; mi puoi approfondire la spiegazione sulle affinità che vedi con la val di Susa?
RispondiEliminaLuca