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Mangiare è un gesto necessario per vivere, e ogni essere vivente ne è partecipe; ma nella catena alimentare l’essere umano, agli albori del mondo una parte considerevole del bottino, è diventato decisamente il protagonista. Non più parte di quella catena, dunque, ma artefice della possibilità per il resto della catena di esistere. Molte specie viventi animali e vegetali sono scomparse da quando la specie umana ha preso il primo posto sul podio dell’evoluzione, e spesso questo podio ha garantito la fame, l’assenza di cibo non solo agli altri animali, ma ad altri umani.
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Mangiare è un gesto necessario per vivere, e ogni essere vivente ne è partecipe; ma nella catena alimentare l’essere umano, agli albori del mondo una parte considerevole del bottino, è diventato decisamente il protagonista. Non più parte di quella catena, dunque, ma artefice della possibilità per il resto della catena di esistere. Molte specie viventi animali e vegetali sono scomparse da quando la specie umana ha preso il primo posto sul podio dell’evoluzione, e spesso questo podio ha garantito la fame, l’assenza di cibo non solo agli altri animali, ma ad altri umani.
Sono
la fame e la sete, paradossalmente nell’era tecnologica e dell’esplorazione
dello spazio, i problemi più impellenti (e di sapore biblico) che il terzo
millennio ci consegna.
In
molti appuntamenti globali si è sottolineato come, specialmente nei paesi in
via di sviluppo, sia nelle mani delle donne il futuro dell’alimentazione, della
distribuzione delle risorse alimentari e idriche, in una parola del futuro del
pianeta. Nelle mani delle donne povere, che devono essere messe in grado di
poter produrre in modo autonomo il loro fabbisogno, e nelle mani di quelle dei
paesi ricchi, che devono farsi portatrici di una nuova ed indispensabile
cultura del limite e della sobrietà. Affamate le une, afflitte da malattie
legate al perverso uso del cibo le seconde, veicolo simbolico che allude al
disagio della parte ricca, potente e infelice del mondo impropriamente detto
civile. Riflettere e lavorare socialmente, culturalmente e politicamente a
partire dal cibo, del ricevere e del prepararne, del significato dell’atto del
mangiare, è indispensabile Affinchè non sia più o digiunare o
divorare ciò che distingue gli umani,
donne e uomini, nelle diverse parti del pianeta. Ne parlammo qualche anno fa,
con un numero non a caso intitolato Cibo, in Marea. In queste ore di digiuno
politico mi fa piacere condividere con voi alcuni degli articoli che apparvero su quel numero, con annessa bibliografia relativo al tema del cibo in una
chiave non di consumo ma di consapevolezza.
Buona
lettura, e andiamo avanti.
NDR: Vai all'estratto dal numero "Cibo" della rivista "Marea"; Prossimi incontri pubblici con Monica Lanfranco:
- 15 maggio a Torino, presentazione libro Chiara Saraceno "Cittadini a metà"
- 8,9,10 giugno a Altradimora, Caranzano (Al) Incontro annuale "Prendi i soldi e scappa: denaro, potere, dono, gratuità. Visioni di donne sull'economia
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